9 GENNAIO 2013 - 18:06
orso castano : da Job talk , rivista on line di Rosanna Santonocito. Molto positivo questo cambiamento strutturale nelle piccole e piccolisssime imprese a favore delle donne. E' anche vero che la donna dovrebbe uscire da quelli che sono i campi tradizionalmente occupati per misusarsi con professioni occupate da sempre dagli uomini. Si realizzerebbe una vera euguaglianza con apporto di culture di entrambi i sessi.
Negli ultimi cinque anni in Gran Bretagna il numero delle donne manager, dirigenti o titolari di impresa é cresciuto del 24%, contro il 15 % in più di responsabili o capiazienda maschi. In valori assoluti, le donne manager sono aumentate di 240mila tra il 2007 e il 2012, leggo da una ricerca realizzata da Experian, che é una società multinazionale di servizi informatici con sede a Dublino. Merito soprattutto, dice lo studio, delle start -up e delle piccole aziende, anzi, piccolissime. I settori con i maggiori progressi, poi, sono quelli tradizionalmente praticati dalle donne per l'autoimprenditorialità : cura della persona, formazione, servizi creativi e a carattere sociale.
Quasi un terzo degli 1,4 milioni di imprese nate nel quinquiennio in UK ha almeno una donna manager e così il 50% delle imprese con 3-10 dipendenti, mentre il 40% delle organizzazioni che hanno oltre 250 addetti conta almeno una presenza femminile nelle stanze delle decisioni. Quota comunque in rialzo: nel 2007 erano solo (si fa per dire..) il 33%. Dato interessante: l'affluenza delle donne ha permesso alla categoria britannica di ambo i generi di assorbire in gran parte la botta delle 297 mila posizioni perse nello stesso periodo per chiusure o ristrutturazioni. Insomma, una operazione di ricambio demografico forzata dalla congiuntura economica più che dalle quote: sarà interessante vedere le ricadute sugli stili manageriali e sul business (per quanto micro) di questa alternanza di genere negli anni a venire.
Un bilancio, e severo, di come va invece in Francia e a livello di big company dopo l'approvazione nel 2011 della legge sulle quote rosa (20% di posti alle donne nei cda entro il 2014, 40% entro il 2017) lo faceva ieri il Financial Times. A un anno di distanza, molte donne sono state nominate precipitosamente in posizioni manageriali però non executive ed é capitato anche che queste carriere - e le loro titolari - venissero guardate con condiscendenza come concessionesimbolica. Tipica reazione intimorita del club dirigenziale maschile a un cambiamento troppo veloce e prescrittivo, pensa la manager di lungo corso Dominique Senequier, ad di Axa private equity, sostenitrice molto tiepida del metodo delle quote. Ed é dato di fatto, nota l'Ft, che nessun'altra donna affianca ancora Patricia Russo, Ceo di Alcatel -Lucent , tra l'altro americana di nascita e per carriera, al vertice di una delle top40 organizzazioni di Francia.
VIDEO - Job creation - Start - up innovative e occupazione: tutte le novità della legge 221 del 17 dicembre - Avv. Anna Maria Corna - Trifirò e Partners- Job24
Quasi un terzo degli 1,4 milioni di imprese nate nel quinquiennio in UK ha almeno una donna manager e così il 50% delle imprese con 3-10 dipendenti, mentre il 40% delle organizzazioni che hanno oltre 250 addetti conta almeno una presenza femminile nelle stanze delle decisioni. Quota comunque in rialzo: nel 2007 erano solo (si fa per dire..) il 33%. Dato interessante: l'affluenza delle donne ha permesso alla categoria britannica di ambo i generi di assorbire in gran parte la botta delle 297 mila posizioni perse nello stesso periodo per chiusure o ristrutturazioni. Insomma, una operazione di ricambio demografico forzata dalla congiuntura economica più che dalle quote: sarà interessante vedere le ricadute sugli stili manageriali e sul business (per quanto micro) di questa alternanza di genere negli anni a venire.
Un bilancio, e severo, di come va invece in Francia e a livello di big company dopo l'approvazione nel 2011 della legge sulle quote rosa (20% di posti alle donne nei cda entro il 2014, 40% entro il 2017) lo faceva ieri il Financial Times. A un anno di distanza, molte donne sono state nominate precipitosamente in posizioni manageriali però non executive ed é capitato anche che queste carriere - e le loro titolari - venissero guardate con condiscendenza come concessionesimbolica. Tipica reazione intimorita del club dirigenziale maschile a un cambiamento troppo veloce e prescrittivo, pensa la manager di lungo corso Dominique Senequier, ad di Axa private equity, sostenitrice molto tiepida del metodo delle quote. Ed é dato di fatto, nota l'Ft, che nessun'altra donna affianca ancora Patricia Russo, Ceo di Alcatel -Lucent , tra l'altro americana di nascita e per carriera, al vertice di una delle top40 organizzazioni di Francia.
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