9 GENNAIO 2013 - 18:06
orso castano : da Job talk , rivista on line di Rosanna Santonocito. Molto positivo questo cambiamento strutturale nelle piccole e piccolisssime imprese a favore delle donne. E' anche vero che la donna dovrebbe uscire da quelli che sono i campi tradizionalmente occupati per misusarsi con professioni occupate da sempre dagli uomini. Si realizzerebbe una vera euguaglianza con apporto di culture di entrambi i sessi.
Quasi un terzo degli 1,4 milioni di imprese nate nel quinquiennio in UK ha almeno una donna manager e così il 50% delle imprese con 3-10 dipendenti, mentre il 40% delle organizzazioni che hanno oltre 250 addetti conta almeno una presenza femminile nelle stanze delle decisioni. Quota comunque in rialzo: nel 2007 erano solo (si fa per dire..) il 33%. Dato interessante: l'affluenza delle donne ha permesso alla categoria britannica di ambo i generi di assorbire in gran parte la botta delle 297 mila posizioni perse nello stesso periodo per chiusure o ristrutturazioni. Insomma, una operazione di ricambio demografico forzata dalla congiuntura economica più che dalle quote: sarà interessante vedere le ricadute sugli stili manageriali e sul business (per quanto micro) di questa alternanza di genere negli anni a venire.
Un bilancio, e severo, di come va invece in Francia e a livello di big company dopo l'approvazione nel 2011 della legge sulle quote rosa (20% di posti alle donne nei cda entro il 2014, 40% entro il 2017) lo faceva ieri il Financial Times. A un anno di distanza, molte donne sono state nominate precipitosamente in posizioni manageriali però non executive ed é capitato anche che queste carriere - e le loro titolari - venissero guardate con condiscendenza come concessione
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