venerdì 1 febbraio 2013

cosa faranno i Neet da grandi


Consistenze immateriali. Dematerializzazione del lavoro: il caso Banca BSI Italia Spa

Consistenze immateriali. Dematerializzazione del lavoro: il caso Banca BSI Italia Spadi Ugo Morelli



orso castano : ancora una volta: la CGIL affronta il problema dal punto di vista dell'apprendistato, cioe' delle piccole e medie imprese che con agevolazioni fiscali dovrebbero inventarsi nuove forme di lavoro , offrirlo ai giovani ed avviarli in al modo nel mondo del lavoro. Se tutto cosi' funzionasse sarebbe una pacchia. Purtroppo questo schema , di  fronte alla globalizzazione ed alla rapida, direi travolgente, tecnologizzazione dell'apparato produttivo , appare uno schema vecchio , ripetizione di eperienze gia' fallite prima di partire. Riflettere innanzitutto su come va cambiando il lavoro, su cosa significa oggi il lavoro, sulla sua smaterializzazione, sull'impiego sempre piu' massiccio dell'informatica, sul lavoro-rete, in maniera aperta, sul web, e non nel chiuso delle Camere del Lavoro, questo sarebbe , forse , quello che bisognerebbe fare e che non si vuol fare in Italia, dove , in reata', si vogliono i soldi europei sui neet ma non si vuole andare a fondo al fenomeno.


Il 21,5% dei giovani tra i 15 e i 29 anni in Italia non lavora, non fa apprendistato né alcun corso di formazione. Le statistiche li chiamano Neet, not in employment, education or training. Il dato non è omogeneo: scende all’11,1% in Trentino Alto Adige, sale al 34,1% in Sicilia, al 32,9% in Campania e al 30,1% in Calabria. Il fenomeno è noto da tempo, il problema sembra non preoccupare più di tanto chi governa, eppure dovrebbe, perché chi da giovane non studia, non lavora, non fa l’apprendista da grande difficilmente troverà lavoro e da vecchio ancora più difficilmente avrà una pensione, e poiché stiamo parlando di un quinto della popolazione giovanile in futuro parleremo di un quinto di quella adulta e poi di un quinto di quella anziana. Un problema sociale gigantesco: perché nessuno sembra preoccuparsene?


In effetti l’Unione Europea ha fatto delle proposte e stanziato dei fondi. E, sulla scia di Bruxelles, la Cgil propone a chi governa e soprattutto a chi governerà la “Garanzia giovani”, un sistema coordinato di proposte per permettere ai Neet di entrare nel sistema. Questa la proposta: “Ogni giovane che abbia terminato gli studi, o perso il lavoro, sia preso in carico dai servizi all’impiego che con lui formulano un percorso di orientamento e inserimento lavorativo oppure un progetto mirato di autoimpiego; i servizi all’impiego si impiegnino a fornire una concreta proposta di lavoro (a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato) oppure una esperienza qualificante di formazione /tirocinio entro un margine di 4 mesi dall’inizio del periodo di disoccupazione o dal termine degli studi; l’interessato stipuli con i servizi all’impiego un vero e proprio contratto di ricerca di occupazione, che certifica lo stato di disoccupazione e ne stabilisce diritti e doveri”.
Utopia? Forse. Eppure sarebbe il momento di rendere tali “i servizi all’impiego”.  Sarebbe bello che questo smettesse di essere il Paese dove “solo il 2,7% dei giovani trova lavoro attraverso i centri per l’impiego” e il 38,1% grazie ad amici e conoscenti, e tanto peggio per chi ha amici e conoscenti che non sono in grado di trovargli un impiego. Magari, una volta che il meccanismo si attiva per i giovani, si potrebbero affinare i percorsi anche per i quarantenni o cinquantenni espulsi dal mercato del lavoro e che nessuno vuole.


Descrizione

Mente e bellezza. Arte, creatività e innovazione

di Ugo Morelli

Mente e bellezza. Arte, creatività e innovazioneRispetto al tempo profondo dell'evoluzione, da epoche recentissime abbiamo creato segni per un altro, mostrando di sentire quello che l'altro sente. Possiamo così riconoscere di aver elaborato la nostra distinzione biologico-evolutiva verso una fenomenologia in cui l'immaginazione e la creatività hanno un ruolo costitutivo e generativo. Non nella ricognizione e rappresentazione del reale consiste l'esperienza del creare e del conoscere, ma nella considerazione della realtà in quanto cifra, codice rinviante all'ulteriorità del senso, a cui l'incompiutezza di ogni esperienza e la mancanza rimandano, proponendo già l'oltre e il possibile. Nella rottura di ogni orizzonte in cui potrebbe concludersi, sta sia il compimento della chiarezza razionale del conoscere, che la sua generativa incompletezza creativa che rinvia al "non ancora". Fra tendenza alla semplificazione e tensione rinviante, si generano la creatività e la conoscenza, che sono possibili per la nostra continuità evolutiva originaria e le nostre caratteristiche emergenti, neurofenomenologicamente distintive.