domenica 20 gennaio 2013

osservatorio sul non lavoro e stress correlato

dinamic mosaic

PROPOSTA : OSSERVATORIO SULLO STRESS CORRELATO CON SITUAZIONI LAVORATIVE (MOBBING, BURN-OUT, ISOLAMENTO, DEQUALIFICAZIONE , EMARGINAZIONE DECISIONALE, ASSENZA DI MANAGEMENT, ECC) E DI “NON LAVORO” (DAI NEET: individui che non stanno ricevendo un'istruzione, non hanno un impiego o altre attività assimilabili come tirocini, lavori domestici, ecc. Secondo l'Istat, nel 2009 in Italia i Neet nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni erano circa 2 milioni . Il fenomeno pare acuirsi in particolare nella fascia 25-30 anni, in cui i neet rappresentano il 28,8% della popolazione totale, secondo quanto certificato dal consiglio nazionale dell'economia e del lavoro ) AI PRECARI DA SEMPRE, A CHI HA PERSO IL LAVORO A QUARANTA E PIU' ANNI, ACHI CAMBIA IN POCO TEMPO NUMEROSI LAVORI RENDENDO IMPOSSIBILE UN'IDENTITA' PROFESSIONALE .
Disoccupazione e precarietà: la crisi rende più fragili. Perfino davanti alle infezioni
Non c’è bisogno di scomodare il piccolo villaggio austriaco di Marienthal, dove negli anni '30 fu condotta la prima ricerca psicologica «di massa» sull’argomento. Allora, la grande crisi economica provocò la chiusura dell’unica filanda del paesino e fece perdere il lavoro a quasi tutti gli abitanti. La disoccupazione sconquassò le loro vite e li segnò per sempre. Oggi, la condizione psicologica di chi non può lavorare, perché non trova un posto o lo perde, è forse ancora più drammatica. Il mercato della globalizzazione ha imposto modalità di lavoro completamente diverse e in un quadro di continuo mutamento. «Solo una minoranza di persone è in grado di affrontare queste trasformazioni, perché ha la capacità economica e gli strumenti culturali adeguati», dice Vando Borghi, sociologo all’università di Bologna. Da un punto di vista clinico, la maggior parte dei disoccupati accusa sintomi anche molto gravi di stress e può arrivare purtroppo anche a gesti estremi.
STRESS PSICOSOCIALE” :
in Psichiatria abbiamo un riferimento classificatorio preciso, l'asse 4 del DSM 4TR , un "asse" dove vengono inserite le varie situazioni sociali e soggettive, che possono condurre allo stress. Il nome dell'asse e' "stress psicosociale" . L'elenco delle situazioni correlabili e'  piuttosto lungo e ciascuna voce e' complessa: per es lo "stress lavoro correlato" , come gia' detto , implica il burn out, il mobbing, il tipo di management, i rischi lavorativi, ecc.; Altre situazioni concomitanti da valutare sono gli eventi di vita : lutti, malattie acute e croniche, fallimenti ecc.; ovviamente anche i disturbi organici vanno correttamente valutati. Ciascuna valutazione implica un punteggio, per meglio descrivere lo spessore dello stress da curare.  
Molto importanti sono gli aspetti organici ed i disturbi derivati correlabili con lo stress.
Per gli aspetti organici oggi l'attenzione e' particolarmente rivolta allo "stress ossidativo" :
in sintesi :  "Tutte le forme di vita mantengono un ambiente riducente entro le proprie cellule; l'ambiente cellulare redox è preservato da enzimi che mantengono lo stato ridotto attraverso un costante input di energia metabolica. Eventuali disturbi in questo normale stato redox possono avere effetti tossici a causa della produzione di perossidi e radicali liberi che danneggiano tutti i componenti della cellula, incluse proteine, lipidi e DNA. Va pero' sottolineato che le varie ossidazioni ed i radicali liberi sono coinvolti contemporaneamente in importantissimi ruoli fisiologici, quali la difesa nei confronti dei batteri, la trasmissione dei segnali biochimici fra le cellule, il controllo della pressione arteriosa ecc. È solo l' eccesso, di una o più classi di ossidanti, ad essere implicato nello stress ossidativo, oggi ritenuto associato a decine di patologie umane (quali aterosclerosi,ipertensione arteriosa, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, diabete mellito, colite, artrite reumatoide, ecc.) essi giocano un ruolo importante anche in fenomeni come la combustione, la polimerizzazione, nel controllo del tono vascolare ed nel processo di invecchiamento cellulare.
Quindi non sempre i radicali liberi sono patogeni ; e' l'eccesso che e' pericoloso per la capacita' dei radicali di legarsi alle molecole strutturali delle membrane cellulari. Il "radicale (o radicale libero) e' una specie chimica molto reattiva avente vita media di norma brevissima. E' costituito da un atomo o da una molecola formata da più atomi che presenta un elettrone spaiato: e' questo elettrone che rende il radicale estremamente reattivo, in grado di legarsi ad altri radicali e/o di sottrarre, mediante reazioni chimiche, un elettrone ad altre molecole vicine.. Va poi precisato che non sono solo i radicali liberi a provocare lo stress ossidativo Possono provocare questa patologia anche sostanze non radicali (come, ad esempio, l'anione  e superossidoil perossido d'idrogeno) o altri elementi, quali lo zolfo  o il cloro.Quanto finora detto ' rende complessa la "misurazione dello stato di stress . In aiuto, per una misurazione, vengono ormoni e neuromediatori (ad es.il cortisolo e le citochine infiammatorie) dello stress, piu' facilmente misurabili. Il discorso dovrebbe ampliarsi per arrivare alla PNEI, cioe' alla Psiconeuroendocrinoimmunologia, ma ricorderemo ora, per semplificare, prenderemo in considerazione principalmente il cortisolo e le citochine infiammatorie, che , nello stress acuto e cronico, di solito aumentano notevolmente producendo risposte abnormi “dell'asse dello stress”, risposte che si aggiungono ai danni ossidativi sopradetti, prodotti dai radicali liberi . Il cortisolo, comunemente denominato “ormone dello stress”, può essere essere alla base di un maggiore rischio cardiovascolare.Uno studio apparso recentemente sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism(JCEM) e condotto presso il VU University Medical Center in Olanda ha concluso che elevati livelli di cortisolo sono fortemente collegati alla morte cardiovascolare anche in soggetti che non hanno precedenti malattie a carico del sistema cardiocircolatorio. Nicole Vogelzangs, a capo della ricerca, ha spiegato che prima di oggi nessuno studio aveva testato direttamente l’ipotesi, teorizzata più volte, che il cortisolo fosse legato a un maggiore rischio cardiovascolare. Lo studio olandese ha preso in considerazione 861 persone over 65 che sono state seguite per sei anni. “I risultati dimostrano chiaramente che i livelli di cortisolo nella popolazione anziana generale sono un elemento predittivo di morte cardiovascolare, ma non sono legati alla mortalità per altre cause”, ha spiegato la studiosa olandese.Lo studio ha mostrato che un terzo dei soggetti con i più alti livelli di cortisolo urinario aveva un incremento del rischio di morte cardiovascolare di cinque volte superiore al normale .Tralascio di citare altri danni che l'ipercortisolemia provoca su vari organi ed apparati.
STRESS e Disturbi psicosociali , tratto dall'intervento del dott. Dario Boschiero
l'Attivazione persistente dell'asse HPAS :Insonnia, disturbi del tono dell'umore, ansia, attacchi di panico, depressione
Il ritmo circadiano fisiologico dell'asse HPA e 'fondamentalmente regolato al livello dell'ipotalamo, precisamente dalla regione del nucleo soprachiasmatico (SCN, SupraChiasmatic Nucleus), situata immediatamente al di sopra del chiasma ottico e collegata alle retine mediante il tratto retinoipotalamico. Detta regione e connessa al nucleo paraventricolare (PVN, ParaVentricular Nucleus), sede principale di sintesi del CRH (Corticotropin Releasing Hormone). I recettori di CRH dell'adenoipofisi (nucleo anteriore dell'ipofisi) controllano la sintesi ed il rilascio di ACTH (AdrenoCorticoTropic Hormone o corticotropina) nel flusso sanguigno. L'ACTHagisce sui recettori di membrana delle cellule corticosurrenali, stimolando la produzione di diversi ormoni, prevalentemente cortisolo (oltre ad altri glucocorticoidi, mineralcorticoidi, deidroepiandrosterone ed ormoni sessuali).Nel cervello, il Cortisolo trova grande affinita nei legami con recettori di
mineralcorticoidi (MC) presenti nell'ippocampo........... Una delle possibili problematiche relative
all'eccessiva concentrazione di cortisolo, e l'attivazione dei recettori di glucocorticoidi
presenti nell'amigdala (causando una reazione simile a quella dovuta ad eccesso di
stress emotivo), che si verifica appunto quando il livello di cortisolo e tale da aver gia
in qualche modo saturato i recettori di ippocampo ed ipotalamo: questa situazione comporta un'inversione del feedback fisiologico del cortisolo, stimolando la sintesi di CRH (proinfiammatorio a livello periferico),con l'estrema conseguenza di un'ulteriore stimolo della corteccia delle surrenali alla produzione di cortisolo, da cui la perdita del ritmo fisiologico dell'asse HPA, nonche la modifica della sua regolazione omeostatica.
Disturbi del sonno
Recenti studi segnalano come l'aumento della secrezione di CRH si associ ad una
diminuzione del sonno di fase piu profonda(6,7) e ad un aumento dello stato di veglia. Le
misurazioni elettroencefalografiche hanno infatti evidenziato, in corrispondenza ad un
incremento di CRH, la diminuzione delle frequenze δ (delta), le piu basse e caratteristiche
delle fasi di sonno piu profonde (dette appunto SWS, Slow-Wave Sleep).
L'attività stressoria esercitata dall'eccesso o perdita della ritmicità del cortisolo, che
puo facilmente correlarsi a stati infiammatori cronici …....come con i fattori di stress psicologico o emotivo che coinvolgono forti reazioni dell'amigdala, porta quindi ad un drastico peggioramento del riposo (ed alla relativa sintomatologia da affaticamento cronico). Il processo in questione risulta particolarmente problematico i,n quanto la stessa perdita di qualità del sonno aumenta l'attivazione
dell'asse HPA.Diverse fonti hanno confermato come l'insonnia cronica si accompagni a livelli elevati di cortisolo, in particolare durante la sera e la prima fase del riposo notturno . Il livello serale di cortisolo risulta inoltre correlato al numero di risvegli
notturni sia nei soggetti affetti da insonnia che in quelli non soggetti a tale disturbo.
Un graduale recupero del paziente, che persegua attraverso piu modalita l'abbassamento
del livello di cortisolo serale ed il ripristino del ritmo circadiano dell'asse HPA potra' percio apportare notevoli benefici, fino alla scomparsa dei sintomi legati alla qualita del sonno.
Disturbi del tono dell'umore, ansia, depressione, attacchi di panico
Molti studi hanno sottolineato il legame tra disfunzioni dell'asse HPA e diverse sindromi
psichiatriche, particolarmente evidenti nel caso della depressione. La base del
sistema di reazione allo stress consiste nel rilascio di CRH e di noradrenalina (o
norepineprina), con la conseguente stimolazione dei sistemi correlati, cioe asse HPA e
sistema nervoso simpatico (aumento della frequenza cardiaca, inibizione della
secrezione di insulina, alterazione della termoregolazione ecc.). Il rilascio a livello
cerebrale di CRH (ipotalamo) e noradrenalina (locus coeruleus), sono processi
strettamente legati ed in grado di stimolarsi vicendevolmente al fine di predisporre la
risposta allo stress da parte dell'organismo, che comporta, oltre alla stimolazione della
surrenali ed all'instaurazione di un rapporto sfavorevole fra secrezione di cortisolo e DHEA
(deidroepiandrosterone), l'inibizione della secrezione di insulina. Le interazioni
coinvolgono strettamente anche la regione dell'amigdala , mediatrice della memoria
emotiva e degli stati di ansia e paura.Molti studi segnalano l'iperattività dell'asse HPA, e la conseguente disfunzioneneuroendocrina, quale segno distintivo dei disturbi ansiogeno-depressivi, al punto da considerarla un vero e proprio metodo di discrimine tra generici stati di malinconia epatologie cliniche. La valutazione del livello di stress dell'asse HPA, la valutazione delle abitudini nutrizionali, e la graduale modulazione del livello di glucocorticoidi.
Nell'attuale fase di ristrutturazione globale dell'economia, la precarieta' , la disoccupazione , entrambi diffuse, impongono di monitorare le conseguenze psico-fisiche di questi fattori persistenti di stress , altresi' impongono di cercare soluzioni di supporto terapeutico che evitino conseguenze psico-fisiche e danni marcati psico-fisici . Purtroppo il SSN sembra spesso non rilevare questa necessita'. Di qui' la proposta , per iniziare il percorso, di un osservatorio aperto a questi temi, sperando che , in futuro possa evolvere in una struttura di supporto per chi subisce queste situazioni stressogene.
LAVORARE IN RETE
L'Osservatorio , nella fase di avvio, si limitera' a costruire un data base ordinato per categorie (Neet, Over 40, Precariato Persistente, Licenziamenti non seguiti da ricollocazione Lavorativaecc.) contattando anche altre Associazioni di Volontariato che lavorano sul tema. Mi auguro che altri soci vogliano collaborare , limitatamente alle loro possibilita' e disponibilita'. Personalmente posso dedicare all'iniziativa otto ore settimanali , cioe' due pomeriggi settimanali , dopo le 16,30. La sede dovrebbe essere messa a disposizione (si spera) dall'Universita' Popolare. Inizialmente saranno anche possibili colloqui individuali di ascolto e supporto in numero limitato, a parte eventuali limitati invii all'ambulatorio ASL dove lavoro. Per le valutazioni della correlazione dei disturbi da stress esistono sportelli istituzionali con cui ci si raccordera'. Tali sportelli non effettuano prese in carico terapeutiche ma effettuano solo valutazioni , come detto, sull'esistenza della correlazione del disturbo da stress nell'ambito lavorativo. Attraverso queste “agenzie” passano pero' molte persone in cerca di lavoro che spesso restano per lungo tempo in tale situazione. Al fine di un lavoro ottimizzato di rete e' indispensabile raccordarsi con tali strutture sia per invii che per valutazioni periodiche complessive sul problema.
Qui' sotto un elenco degli sportelli esistenti :

  1. –lo sportello stress lavoro correlato dell'INAIL (da contattare anche per un uso ottimale dei manuali psicologici di valutazione in materia di lavoro di cui hanno buona esperienza .
  2. – gli sportelli dei patronati della CGIL-CISL-UIL che da anni si occupano di mobbing e burn out
  3. –le reti dei NEET (anche straniere) in raccordo con i Centri Per il Lavoro presenti in Torino , per invii e riflessioni.
-altre Ass. di volontariato e professionali che, a livello nazionale, operano da tempo in merito.