
PROPOSTA : OSSERVATORIO
SULLO STRESS CORRELATO CON SITUAZIONI LAVORATIVE (MOBBING,
BURN-OUT, ISOLAMENTO, DEQUALIFICAZIONE , EMARGINAZIONE DECISIONALE,
ASSENZA DI MANAGEMENT, ECC) E DI “NON LAVORO”
(DAI NEET:
individui che non stanno ricevendo un'istruzione, non hanno un
impiego o altre attività assimilabili come tirocini, lavori
domestici, ecc. Secondo l'Istat, nel 2009 in Italia i Neet nella
fascia di età tra i 15 e i 29 anni erano circa 2 milioni . Il
fenomeno pare acuirsi in particolare nella fascia 25-30 anni, in cui
i neet rappresentano il 28,8% della popolazione totale, secondo
quanto certificato dal consiglio nazionale dell'economia e del
lavoro )
AI PRECARI DA SEMPRE, A CHI HA PERSO IL LAVORO A QUARANTA E PIU'
ANNI, ACHI CAMBIA IN POCO TEMPO NUMEROSI LAVORI RENDENDO IMPOSSIBILE
UN'IDENTITA' PROFESSIONALE .
Disoccupazione e precarietà: la
crisi rende più fragili. Perfino davanti alle infezioni
Non c’è bisogno di scomodare il
piccolo villaggio austriaco di Marienthal, dove negli anni '30 fu
condotta la prima ricerca psicologica «di massa» sull’argomento.
Allora, la grande crisi economica provocò la chiusura dell’unica
filanda del paesino e fece perdere il lavoro a quasi tutti gli
abitanti. La disoccupazione sconquassò le loro vite e li segnò per
sempre. Oggi, la condizione psicologica di chi non può lavorare,
perché non trova un posto o lo perde, è forse ancora più
drammatica. Il mercato della globalizzazione ha imposto modalità di
lavoro completamente diverse e in un quadro di continuo mutamento.
«Solo una minoranza di persone è in grado di affrontare queste
trasformazioni, perché ha la capacità economica e gli strumenti
culturali adeguati», dice Vando Borghi, sociologo all’università
di Bologna. Da un punto di vista clinico, la maggior parte dei
disoccupati accusa sintomi anche molto gravi di stress e può
arrivare purtroppo anche a gesti estremi.
“STRESS PSICOSOCIALE” :
in Psichiatria abbiamo un riferimento
classificatorio preciso, l'asse 4 del DSM 4TR , un "asse"
dove vengono inserite le varie situazioni sociali e soggettive, che
possono condurre allo stress. Il nome dell'asse e' "stress
psicosociale" . L'elenco delle situazioni correlabili e'
piuttosto lungo e ciascuna voce e' complessa: per es lo "stress
lavoro correlato" , come gia' detto , implica il burn out, il
mobbing, il tipo di management, i rischi lavorativi, ecc.; Altre
situazioni concomitanti da valutare sono gli eventi di vita : lutti,
malattie acute e croniche, fallimenti ecc.; ovviamente anche i
disturbi organici vanno correttamente valutati. Ciascuna valutazione
implica un punteggio, per meglio descrivere lo spessore dello stress
da curare.
Molto importanti sono gli aspetti
organici ed i disturbi derivati correlabili con lo stress.
Per gli aspetti organici oggi
l'attenzione e' particolarmente rivolta allo "stress
ossidativo" :
in sintesi : "Tutte le
forme di vita mantengono un ambiente riducente entro le proprie
cellule; l'ambiente cellulare redox è preservato
da enzimi che mantengono lo stato ridotto attraverso un
costante input di energia metabolica. Eventuali disturbi in questo
normale stato redox possono avere effetti tossici a causa della
produzione di perossidi e radicali liberi che
danneggiano tutti i componenti della cellula,
incluse proteine, lipidi e DNA. Va pero'
sottolineato che le varie ossidazioni ed i radicali liberi sono
coinvolti contemporaneamente in importantissimi ruoli fisiologici,
quali la difesa nei confronti dei batteri, la trasmissione dei
segnali biochimici fra le cellule, il controllo della pressione
arteriosa ecc. È solo l' eccesso, di una o più classi di
ossidanti, ad essere implicato nello stress ossidativo, oggi ritenuto
associato a decine di patologie umane (quali
aterosclerosi,ipertensione arteriosa, morbo di Parkinson, morbo
di Alzheimer, diabete mellito, colite, artrite
reumatoide, ecc.) essi giocano un ruolo importante anche in fenomeni
come la combustione, la polimerizzazione, nel
controllo del tono vascolare ed nel processo di invecchiamento
cellulare.
Quindi non sempre i radicali liberi
sono patogeni ; e' l'eccesso che e' pericoloso per la capacita' dei
radicali di legarsi alle molecole strutturali delle membrane
cellulari. Il "radicale (o radicale libero) e'
una specie chimica molto reattiva avente vita
media di norma brevissima. E' costituito da un atomo o da
una molecola formata da più atomi che presenta
un elettrone spaiato: e' questo elettrone che rende il
radicale estremamente reattivo, in grado di legarsi ad
altri radicali e/o di sottrarre, mediante reazioni chimiche, un
elettrone ad altre molecole vicine.. Va poi precisato che non
sono solo i radicali liberi a provocare lo stress ossidativo Possono
provocare questa patologia anche sostanze non radicali (come, ad
esempio, l'anione e superossidoil perossido
d'idrogeno) o altri elementi, quali lo zolfo o
il cloro.Quanto finora detto ' rende complessa la "misurazione
dello stato di stress . In aiuto, per una misurazione, vengono
ormoni e neuromediatori (ad es.il cortisolo e le citochine
infiammatorie) dello stress, piu' facilmente misurabili. Il discorso
dovrebbe ampliarsi per arrivare alla PNEI, cioe' alla
Psiconeuroendocrinoimmunologia, ma ricorderemo ora, per semplificare,
prenderemo in considerazione principalmente il cortisolo e le
citochine infiammatorie, che , nello stress acuto e cronico, di
solito aumentano notevolmente producendo risposte abnormi “dell'asse
dello stress”, risposte che si aggiungono ai danni ossidativi
sopradetti, prodotti dai radicali liberi . Il cortisolo, comunemente
denominato “ormone dello stress”, può essere essere
alla base di un maggiore rischio cardiovascolare.Uno
studio apparso recentemente sul Journal
of Clinical Endocrinology & Metabolism(JCEM) e condotto
presso il VU University Medical Center in Olanda ha
concluso che elevati livelli di cortisolo sono fortemente
collegati alla morte cardiovascolare anche in soggetti che non
hanno precedenti malattie a carico del sistema
cardiocircolatorio. Nicole Vogelzangs, a capo della ricerca, ha
spiegato che prima di oggi nessuno studio aveva testato direttamente
l’ipotesi, teorizzata più volte, che il cortisolo fosse legato a
un maggiore rischio cardiovascolare. Lo studio olandese ha preso in
considerazione 861 persone over 65 che sono state seguite per sei
anni. “I risultati dimostrano chiaramente che i livelli di
cortisolo nella popolazione anziana generale sono un
elemento predittivo di morte cardiovascolare, ma non sono
legati alla mortalità per altre cause”, ha spiegato la studiosa
olandese.Lo studio ha mostrato che un terzo dei soggetti con i
più alti livelli di cortisolo urinario aveva un incremento
del rischio di morte cardiovascolare di cinque volte superiore
al normale .Tralascio di citare altri danni che l'ipercortisolemia
provoca su vari organi ed apparati.
STRESS e Disturbi psicosociali ,
tratto dall'intervento del dott. Dario Boschiero
l'Attivazione persistente dell'asse
HPAS :Insonnia, disturbi del tono dell'umore, ansia, attacchi di
panico, depressione
Il ritmo circadiano fisiologico
dell'asse HPA e 'fondamentalmente regolato al livello dell'ipotalamo,
precisamente dalla regione del nucleo soprachiasmatico (SCN,
SupraChiasmatic Nucleus), situata immediatamente al di sopra del
chiasma ottico e collegata alle retine mediante il tratto
retinoipotalamico. Detta regione e connessa al nucleo
paraventricolare (PVN, ParaVentricular Nucleus), sede principale di
sintesi del CRH (Corticotropin Releasing Hormone). I recettori di CRH
dell'adenoipofisi (nucleo anteriore dell'ipofisi) controllano la
sintesi ed il rilascio di ACTH (AdrenoCorticoTropic Hormone o
corticotropina) nel flusso sanguigno. L'ACTHagisce sui recettori di
membrana delle cellule corticosurrenali, stimolando la produzione di
diversi ormoni, prevalentemente cortisolo (oltre ad altri
glucocorticoidi, mineralcorticoidi, deidroepiandrosterone ed ormoni
sessuali).Nel cervello, il Cortisolo trova grande affinita nei legami
con recettori di
mineralcorticoidi (MC) presenti
nell'ippocampo........... Una delle possibili problematiche relative
all'eccessiva concentrazione di
cortisolo, e l'attivazione dei recettori di glucocorticoidi
presenti nell'amigdala (causando una
reazione simile a quella dovuta ad eccesso di
stress emotivo), che si verifica
appunto quando il livello di cortisolo e tale da aver gia
in qualche modo saturato i recettori di
ippocampo ed ipotalamo: questa situazione comporta un'inversione del
feedback fisiologico del cortisolo, stimolando la sintesi di CRH
(proinfiammatorio a livello periferico),con l'estrema conseguenza di
un'ulteriore stimolo della corteccia delle surrenali alla produzione
di cortisolo, da cui la perdita del ritmo fisiologico dell'asse HPA,
nonche la modifica della sua regolazione omeostatica.
Disturbi del sonno
Recenti studi segnalano come l'aumento
della secrezione di CRH si associ ad una
diminuzione del sonno di fase piu
profonda(6,7) e ad un aumento dello stato di veglia. Le
misurazioni elettroencefalografiche
hanno infatti evidenziato, in corrispondenza ad un
incremento di CRH, la diminuzione delle
frequenze δ (delta), le piu basse e caratteristiche
delle fasi di sonno piu profonde (dette
appunto SWS, Slow-Wave Sleep).
L'attività stressoria esercitata
dall'eccesso o perdita della ritmicità del cortisolo, che
puo facilmente correlarsi a stati
infiammatori cronici …....come con i fattori di stress psicologico
o emotivo che coinvolgono forti reazioni dell'amigdala, porta quindi
ad un drastico peggioramento del riposo (ed alla relativa
sintomatologia da affaticamento cronico). Il processo in questione
risulta particolarmente problematico i,n quanto la stessa perdita di
qualità del sonno aumenta l'attivazione
dell'asse HPA.Diverse fonti hanno
confermato come l'insonnia cronica si accompagni a livelli elevati di
cortisolo, in particolare durante la sera e la prima fase del riposo
notturno . Il livello serale di cortisolo risulta inoltre correlato
al numero di risvegli
notturni sia nei soggetti affetti da
insonnia che in quelli non soggetti a tale disturbo.
Un graduale recupero del paziente, che
persegua attraverso piu modalita l'abbassamento
del livello di cortisolo serale ed il
ripristino del ritmo circadiano dell'asse HPA potra' percio
apportare notevoli benefici, fino alla scomparsa dei sintomi legati
alla qualita del sonno.
Disturbi del tono dell'umore, ansia,
depressione, attacchi di panico
Molti studi hanno sottolineato il
legame tra disfunzioni dell'asse HPA e diverse sindromi
psichiatriche, particolarmente evidenti
nel caso della depressione. La base del
sistema di reazione allo stress
consiste nel rilascio di CRH e di noradrenalina (o
norepineprina), con la conseguente
stimolazione dei sistemi correlati, cioe asse HPA e
sistema nervoso simpatico (aumento
della frequenza cardiaca, inibizione della
secrezione di insulina, alterazione
della termoregolazione ecc.). Il rilascio a livello
cerebrale di CRH (ipotalamo) e
noradrenalina (locus coeruleus), sono processi
strettamente legati ed in grado di
stimolarsi vicendevolmente al fine di predisporre la
risposta allo stress da parte
dell'organismo, che comporta, oltre alla stimolazione della
surrenali ed all'instaurazione di un
rapporto sfavorevole fra secrezione di cortisolo e DHEA
(deidroepiandrosterone), l'inibizione
della secrezione di insulina. Le interazioni
coinvolgono strettamente anche la
regione dell'amigdala , mediatrice della memoria
emotiva e degli stati di ansia e
paura.Molti studi segnalano l'iperattività dell'asse HPA, e la
conseguente disfunzioneneuroendocrina, quale segno distintivo dei
disturbi ansiogeno-depressivi, al punto da considerarla un vero e
proprio metodo di discrimine tra generici stati di malinconia
epatologie cliniche. La valutazione del livello di stress dell'asse
HPA, la valutazione delle abitudini nutrizionali, e la graduale
modulazione del livello di glucocorticoidi.
Nell'attuale fase di ristrutturazione
globale dell'economia, la precarieta' , la disoccupazione , entrambi
diffuse, impongono di monitorare le conseguenze psico-fisiche di
questi fattori persistenti di stress , altresi' impongono di cercare
soluzioni di supporto terapeutico che evitino conseguenze
psico-fisiche e danni marcati psico-fisici . Purtroppo il SSN sembra
spesso non rilevare questa necessita'. Di qui' la proposta , per
iniziare il percorso, di un osservatorio aperto a questi temi,
sperando che , in futuro possa evolvere in una struttura di supporto
per chi subisce queste situazioni stressogene.
LAVORARE IN RETE
L'Osservatorio , nella fase di avvio,
si limitera' a costruire un data base ordinato per categorie (Neet,
Over 40, Precariato Persistente, Licenziamenti non seguiti da
ricollocazione Lavorativaecc.) contattando anche altre Associazioni
di Volontariato che lavorano sul tema. Mi auguro che altri soci
vogliano collaborare , limitatamente alle loro possibilita' e
disponibilita'. Personalmente posso dedicare all'iniziativa otto ore
settimanali , cioe' due pomeriggi settimanali , dopo le 16,30. La
sede dovrebbe essere messa a disposizione (si spera) dall'Universita'
Popolare. Inizialmente saranno anche possibili colloqui individuali
di ascolto e supporto in numero limitato, a parte eventuali limitati
invii all'ambulatorio ASL dove lavoro. Per le valutazioni della
correlazione dei disturbi da stress esistono sportelli
istituzionali con cui ci si raccordera'. Tali sportelli non
effettuano prese in carico terapeutiche ma effettuano solo
valutazioni , come detto, sull'esistenza della correlazione del
disturbo da stress nell'ambito lavorativo. Attraverso queste
“agenzie” passano pero' molte persone in cerca di lavoro che
spesso restano per lungo tempo in tale situazione. Al fine di un
lavoro ottimizzato di rete e' indispensabile raccordarsi con tali
strutture sia per invii che per valutazioni periodiche complessive
sul problema.
Qui' sotto un elenco degli sportelli
esistenti :
- –lo sportello stress lavoro correlato dell'INAIL (da contattare anche per un uso ottimale dei manuali psicologici di valutazione in materia di lavoro di cui hanno buona esperienza .
- – gli sportelli dei patronati della CGIL-CISL-UIL che da anni si occupano di mobbing e burn out
- –le reti dei NEET (anche straniere) in raccordo con i Centri Per il Lavoro presenti in Torino , per invii e riflessioni.
-altre Ass. di volontariato e
professionali che, a livello nazionale, operano da tempo in merito.