le malattie legate all'eccessivo nervosismo, come le patologie cutanee di origine autoimmune, sono in sensibile aumento. A preoccupare, però, è soprattutto il dilagare della calvizie, con una maggiore incidenza ipotizzabile quasi intorno al 15 per cento.
A rivelare il dato, a dir poco allarmante, è uno studio dell'"Ihrf, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli", presieduta da Fabio Rinaldi, docente presso La Sorbona e dermatologo a Milano (www.ihrf.it), che ha analizzato gli effetti dello stress da disoccupazione e l'impatto dell'impoverimento collettivo sulle nostre teste.
Lo studio, condotto a partire dall'inizio dell'anno a oggi con la collaborazione di 100 dermatologi, ha rilevato come la crisi abbia impattato non solo sui portafogli degli italiani, ma anche sul loro derma e sui loro capelli. Ma quali sono i principali sintomi psicosomatici riscontrati dai medici sui loro pazienti?
È ben noto che lo stress già di per sè favorisce la comparsa di molte malattie della pelle come la psoriasi, la dermatite seborroica, l'alopecia areata e la perdita dei capelli. Uno stress specifico dovuto alla crisi economica e alla perdita o alla ricerca spasmodica del lavoro o, più in generale, alla condizione di instabilità della società in generale altera ancora di più le risposte del corpo e le difese immunitarie.
Nello specifico la ricerca, prendendo in esame un campione di 634 pazienti adulti che hanno subito la perdita del lavoro (62 per cento donne, 38 per cento uomini, di età compresa tra i 35 e i 58 anni), ha evidenziato la prima comparsa di chiazze di alopecia areata nel 6 per cento dei soggetti (la media normale è del 2 per cento), una caduta importante e cronica dei capelli (defluvium telogenico) nel 47 per cento dei casi (la media normale è del 20 per cento), dermatite seborroica e psoriasi nel 18 per cento (media 2-3 per cento), prurito diffuso nel 34 per cento (media 3 per cento) e l'insorgere del lichen ruber planus (una malattia cutanea di origine autoimmune che colpisce di solito l'1 per cento della popolazione) nel 4 per cento dei pazienti studiati. Sia pure con un'incidenza inferiore, invece, sono state notate molte altre patologie cutanee riferibili allo stress.
"Anche Thomas Mann nella sua opera 'La Montagna Incantata' - dichiara Fabio Rinaldi - ricorda come la frustrazione dell'insicurezza sociale provochi l'insorgere di malattie psichiche e fisiche. E la ricerca della Ihrf ha in effetti evidenziato che persone sottoposte allo stress derivante dalla perdita del lavoro e dall'incertezza del futuro sono soggette a un netto aumento di molti sintomi di patologie cutanee più o meno gravi, tra cui la perdita dei capelli e la comparsa di prurito".
"Naturalmente - conclude il dottore - in molti casi l'aumento dei livelli di stress facilita la recidiva di patologie cutanee già esistenti".
Dall'indagine è emerso inoltre che ovviamente non è solo lo stress a innescare questo meccanismo. Il malessere psicologico, infatti, si ripercuote negativamente sull'organismo determinando una serie di conseguenze, quali la diminuzione del senso della fame e, quindi, una ridotta alimentazione e un ridotto apporto di sostanze indispensabili (soprattutto aminoacidi, proteine e vitamine).
Dall'indagine è emerso inoltre che ovviamente non è solo lo stress a innescare questo meccanismo. Il malessere psicologico, infatti, si ripercuote negativamente sull'organismo determinando una serie di conseguenze, quali la diminuzione del senso della fame e, quindi, una ridotta alimentazione e un ridotto apporto di sostanze indispensabili (soprattutto aminoacidi, proteine e vitamine).