Anomia
Enciclopedia delle Scienze Sociali (1991)......http://www.treccani.it/enciclopedia/anomia_(Enciclopedia_delle_Scienze_Sociali)/..................................ConclusioneAgli inizi degli anni settanta le scale di anomia furono improvvisamente accantonate dai sociologi, nel momento in cui il loro uso si divulgava, e recuperate dagli psicologi. L'iter delle scale di anomia in sociologia (dal 1956 al 1971) fu contemporaneo a quello delle altre grandi utilizzazioni dell'anomia: dal 1954 al 1969 nella sociologia del suicidio, dal 1959 al 1970 nelle ricerche sulla delinquenza. La nozione fu d'altronde applicata a ogni genere di fenomeni, svolgendo solitamente una funzione più estetica che cognitiva. Si può situare negli anni 1964-1965 il momento in cui l'anomia, in tutte le sue forme, si trovò all'apice della gloria. Questa simultaneità basta da sola a dimostrare che la diffusione dell'anomia fu un fenomeno di moda intellettuale interno all'ambito della sociologia e spiegabile con dei fattori propri della disciplina.
Di fatto, il ciclo di vita dell'anomia, le avventure del termine così come le metamorfosi del concetto, si possono comprendere solo tenendo conto delle funzioni cui ha adempiuto nelle strategie di posizione interne al campo della disciplina. Ciò è già stato osservato a proposito della sua 'reinvenzione' a Harvard. Lo sviluppo ulteriore di questo termine proprio della compagine sociologica negli anni sessanta dipende dal fatto che l'anomia servì da emblema alla pratica di ricerca usuale negli Stati Uniti. Creava un ponte fra i due pilastri di questa pratica: da un lato il riferimento ai classici che forniscono le teorie, dall'altro l'inchiesta con questionario destinata a verificare le ipotesi ricavate da queste teorie. Grazie all'anomia i sociologi disponevano, al tempo stesso, dei classici (Durkheim, Merton) e degli strumenti di inchiesta (le scale di anomia). Il passaggio di Merton (che portava nel suo bagaglio l'anomia) da Harvard alla Columbia University, dove si associò con Paul Lazarsfeld, simboleggia a meraviglia l'instaurarsi, fin dagli anni quaranta, di questo modello di ricerca che sarà predominate fino alla fine degli anni sessanta. E tale modello si oppone alle pratiche di ricerca privilegiate dalla scuola di Chicago: l'analisi ecologica e l'osservazione sul terreno.
Questa funzione emblematica dell'anomia permette di comprendere meglio le lotte per appropriarsene come marchio o come segno: ad esempio la strategia di Merton, di cui sopra, oppure le polemiche fra gli inventori delle scale di atteggiamenti.Le strategie usate per conquistare una posizione e per distinguersi si sono rivelate decisive per la storia dell'anomia. Spiegano il suo emergere e il suo successo, preludi alla caduta. L'anomia fu innanzitutto vittima della messa in discussione del paradigma di ricerca con il quale era stata identificata. Ma c'è di più: quando il successo di un prodotto intellettuale è dovuto più al suo valore di marketing che alla sua utilità cognitiva, il declino è inevitabile non appena si compie il processo di divulgazione. La storia dell'anomia è stata quella, a conti fatti molto classica, di qualsiasi bene di consumo che non ha altra virtù da far valere che il suo potere di distinzione.